Immunofluorescenza renale
Cos'è l'immunofluorescenza?
L'immunofluorescenza è una tecnica microbiologica e immunologica utilizzata per identificare la presenza (o la mancanza di) di antigeni e anticorpi virali o batterici in un dato campione. Questo può essere fatto usando un colorante specifico che renderà gli anticorpi presi come bersaglio fluorescenti. Il campione viene quindi analizzato con un microscopio confocale o fluorescente.
A cosa serve l'immunofluorescenza?
Questa tecnica può mostrare se ci sono anticorpi specifici per la malattia (in particolare, quelli per le malattie reumatiche sistemiche) nel campione raccolto, che può essere un campione di sangue o un campione da altri tessuti.
L'immunofluorescenza può aiutare a diagnosticare le seguenti condizioni:
- Malattia del tessuto connettivo misto (MCTD)
- Lupus eritematoso
- Sindrome di Sjogren
- sclerodermia
- Polimiosite (PM)
Come funziona l'immunofluorescenza?
Viene utilizzato un reagente contenente un anticorpo specifico. Il reagente si fissa quindi sulla cella bersaglio. L'anticorpo del reagente è combinato con il colorante fluorescente (o marker), rendendo così visibile la sostanza o la cellula bersaglio sotto luce UV . D'altra parte, se la sostanza mirata non è visibile, significa che non c'è traccia di essa nel campione.
Esistono due tipi di immunofluorescenza:
- Immunofluorescenza diretta: l'anticorpo mirato è chimicamente legato a un fluoroforo .
- Immunofluorescenza indiretta: un altro anticorpo (collegato chimicamente a un fluoroforo) viene utilizzato per rendere visibile la molecola mirata.